mercoledì 10 aprile 2013

Nuove sostanze


"Il paesaggio quale fondamentale paradigma della creazione dell'architettura è diventato, anche grazie a questo fronte di riflessione sulle residualità, parola di riferimento. […] non si tratta di circoscrivere e recintare aree verdi […] si tratta al contrario di creare nuovi pezzi di città integrate dove accanto a una forte presenza di natura siano presenti quell'insieme interagente di attività della società dell'informazione. […] La natura cui questa concezione del paesaggio guarda non è più quella floreale o liberty o neanche quella dei maestri dell'organicismo. È diventata molto più complessa, molto più cattiva, molto più "nascosta", come diceva già Eraclito, ed è sondata anche dagli architetti con occhio anti romantico attraverso i formalismi nuovi della scienza contemporanea. […] mette l'architettura a confronto con le frontiere di ricerca più avanzate dalla biologia all'ingegneria alle nuove fertili aree di sovrapposizione come la morfogenesi, la bioingegneria eccetera." Antonino Saggio - Nuove Sostanze


Nella società contemporanea le grandi metropoli di tutto il mondo presentano caratteristiche comuni sotto il profilo architettonico, è pertanto sempre più difficile realizzare costruzioni con elementi peculiari di una nazione. In questa ottica mi appaiono particolarmente significative le parole di Le Corbusier del 1936: "Come arricchire le proprie forze creative? Non abbandonandosi a delle riviste di architettura, ma partendo alla scoperta del dominio insondabile delle ricchezze della natura, là è veramente la lezione per l'architettura; […] la natura ci offre lo spettacolo di ogni cosa, dall'interno all'esterno." Trovo interessante l'evoluzione del rapporto con la natura, inizialmente percepito come un qualcosa di indipendente dall'uomo, un modello perfetto al quale aspirare (penso ovviamente alle architetture di Gaudì, ma anche alla Festspielehaus di H. Poelzig a Berlino, a Le Corbusier stesso..), successivamente rivolto al dialogo con essa, alla continua ricerca per il suo recupero soprattutto nell'ambito dell'alta densità metropolitana, "..nella città la natura può vivere solo grazie all'assistenza della tecnica la stessa che ha compromesso la natura come paesaggio abituale” (N. E J. Todd).
E' quindi grazie agli strumenti dell'era informatica che va recuperato il rapporto con la natura, attraverso un sistema complesso ed intrecciato con il quale la natura e l'artificio collaborino nella costruzione del paesaggio.

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